Perché il fatto che Facebook abbia comprato Glancee ci deve far riflettere? 
mercoledì, 9 maggio, 2012, 09:09 - Social networks


La notizia che Facebook abbia comprato l’ennesima app non è di per sé una notizia. Dopo l’acquisto a prezzo esorbitante di Instragram, adesso è la volta di Glancee, l’app che secondo i suoi creatori “doveva connettere il meglio del mondo fisico e digitale dell’utente e rendere semplice scoprire connessioni nascoste attorno al cibernauta e incontrare persone interessanti”.
La notizia non è neanche il fatto che Glancee sia l’ennesimo modo, più o meno celato, di catalogare i nostri interessi, le nostre passioni per poi permetterci di trovare qualcuno di simile a noi (e l’app in questione ti indica anche la distanza fisica dal tuo potenziale condivisore di passioni, che meraviglia!).
Tutto ciò che facciamo, da quando ci alziamo a quando andiamo a letto, in un qualche modo è monitorato, sta poi a noi decidere come e quando lo vogliamo. Sorrido quando vedo gente con il navigatore in macchina e la geolocalizzazione su tutte le app del telefono, lamentarsi della violazione della propria privacy.
Il nostro io si può sempre difendere e questo non esclude la possibilità di imparare a sfruttare le potenzialità (immense) del web in maniera utile e costruttiva. Non dimentichiamoci che si parla di una cosa inanimata, non di un mostro che esce dal computer!
La notizia vera dell’acquisto di Glancee è che è stata inventata da due italiani, Andrea Viccari e Alberto Tretti, gli ennesimi “cervelli in fuga” dal nostro paese.
Non vale la pena cadere nella retorica ma cogliere l’appello di uno dei due creatori che, in un’intervista dichiara che non bisogna venire in America per avere successo, ma bisogna rimboccarsi le maniche e cominciare a fare cose, smettendo di brontolare sempre e passare il tempo a postare sulle comunità on line".
Questa è la sfida più stimolante e importante: agire e mettere a frutto tutto quello che sappiamo.
Noi ci stiamo provando (e per il momento non stiamo andando in America).

Alice Wetzl
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Il Content Marketing: istruzioni per l’uso 
martedì, 8 maggio, 2012, 01:03 - Generale

Ultimamente se ne parla parecchio e sono diverse le fonti che esaltano i benefici del content marketing. Anche se questo sembra essere il trend del momento, rileviamo ancora scarsi suggerimenti per chi intende avvalersi di questa strategia in maniera efficace.

Eccone alcuni:

1. Curare il design
Può sembrare ovvio, ma se si vuole essere presi sul serio dai consumatori è importante rendere i contenuti visivamente interessanti. Ad esempio, temi quali innovazione e ambiente sono stati affrontati in maniera dinamica e creativa dal sito Ecomagination della General Electric Company, caratterizzato da un attento equilibrio tra testo e immagini.

2. Rendere il sito Multimediale
Variare i contenuti è essenziale per coinvolgere gli utenti, nel tentativo di trattenerli il più a lungo possibile sul sito. Determinante è l’uso di video, slide show, foto e blog.

3. Non utilizzare l’hard sell
Sebbene lo scopo di ogni strategia di marketing è pilotare le vendite, il content marketing si avvale di un approccio più indiretto e sfumato. L’obiettivo e quello di educare , intrattenere e fornire valore al consumatore, piuttosto che dare un’intensità forte ai prodotti e servizi. Un esempio è il sito dell’Unilever’s The Adrenalist, il quale offre notizie, informazioni sull’adventure, sport estremi, gear e viaggi.

4. Creare un buon equilibrio
Tale equilibrio deve essere compreso tra i contenuti professionali e contenuti generati dagli utenti. Senza dubbio cooperare con professionisti è la chiave per creare buoni contenuti, ma c’è bisogno di incorporare anche la voce dei consumatori. Ad esempio il sito KraftRecipers.com ha fatto un ottimo lavoro cercando di coinvolgere gli utenti e sollecitandoli a postare le loro ricette.

5. Offrire link ad altri contenuti
Il metodo migliore per coinvolgere gli utenti è quando sono già in modalità di consumo. Per questo motivo ogni pagina del sito web dovrebbe offrire un sacco di link a ulteriori contenuti. Ad esempio L’Oreal, nel suo sito web Makeup.com, in un recente articolo sulla protezione solare, ha aggiunto link di video, features “tip of the day” e altri suggerimenti per ulteriori letture.

6. Facilitare la condivisione
Se si creano grandi contenuti, le possibilità di accrescere il numero dei followers aumentano. E’ importante, quindi, offrire meccanismi di condivisione facili da capire e usare. A questo proposito risultano fondamentali i pulsanti di share per Facebook, Twitter, LinkedIn, Google +1.

7. Non dimenticare l’Offline
Una solida strategia offline può essere una delle chiavi per portare i contenuti online fuori dal web, nella vita di tutti i giorni. Red Bull è diventata una forza inimitabile nel content marketing, riuscendo perfettamente a mescolare l’online con l’offline. Nel tempo, il marchio è diventato sinonimo di sport estremi, oltre ad un sito web, una rivista popolare e l’organizzazione di eventi sportivi di freestyle motocross.

E voi avete altri suggerimenti?
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How the web is changing fashion marketing in 2012 
lunedì, 7 maggio, 2012, 12:03 - Social networks

The fashion industry functions much like your least favorite high school clique: A leader boldly undertakes something new, a few imitators cautiously follow suit and the rest then clamber to participate before the trend dies out.

The same pattern has emerged so far this year, as brands sample new digital and mobile technologies to market to and engage with consumers. In particular, brands took to location-based social network Foursquare to build buzz around new product launches, like Jimmy Choo’s line of trainers and Oscar de la Renta’s limited-edition series of python iPad clutches.

In addition to campaigns, fashion brands released a significant amount of behind-the-scenes content on a regular basis, ranging from blurry mobile snapshots of runway models for quick distribution over Facebook and Twitter, to professionally produced short films delivered exclusively on company websites and mobile apps.

Perhaps the most gratifying development this year began with LJW - Luxury Jewels Watch - specifically, LJW’s Facebook Page. The company’s corporate staff answered a widespread call for “real men and women” models by modeling the jewels and clothes themselves and posting them to Facebook, sparking a flurry of positive media attention and several imitators within the industry.
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Una nuova veste grafica aiuterà? 
lunedì, 7 maggio, 2012, 09:33 - Social networks


Soltanto una settimana fa, il CEO di Google Larry Page aveva dichiarato: “Sono oltre 100 milioni gli utenti attivi su Google+. Il flusso delle attività sta aumentando ad un ritmo vertiginoso. Siamo entusiasti della velocità incredibile con cui alcune persone hanno accumulato oltre un milione di seguaci, così come la profondità delle discussioni che hanno luogo tra gli utenti”.

Ad oggi, grazie anche all’integrazione con altre piattaforme, G+ ha raggiunto i 170 milioni di iscritti. Quasi un raddoppio da inizio anno, quando la cifra si attestava soltanto attorno ai 90. Anche se probabilmente dovrà faticare a lungo per scrollarsi di dosso la nomea di ghost town dei social network e cominciare ad ingaggiare una sfida reale con l’antagonista di sempre facebook.

Intanto, però, comincia a respirarsi aria di rinnovamento, con l’apparire di una nuova veste che ne migliora di molto il design.

Forse il cambiamento più importante riguarda la grafica. I colori utilizzati sono quelli di Google: rosso, blu, giallo e verde su uno sfondo grigio chiaro, con uno spazio bianco che è diventato subito virale.
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10 motivi per cui non dovreste leggere i post che iniziano con 10 motivi per 
domenica, 6 maggio, 2012, 11:03 - Generale

1) Sono di solito traduzioni di articoli americani (che dovreste aver) già letto altrove. Se sono americani, andate alla regola successiva
2) Di solito le avete già lette da altre parti, solo in un ordine diverso
3) Sempre più spesso, sono in forma di infografica. E ho detto tutto.
4) Non sono quasi mai davvero vissuti davvero sul campo da chi li scrive
5) I casi citati sono sempre quei soliti cinque o sei, che vi propongono ovunque
6) Se ci cliccate sopra, incentivate il fenomeno. E ne compariranno altre dieci. Non volete un’internet piena di post che iniziano con “10 regole per”, vero?
7) Il titolo è pensato per i motori di ricerca e non per voi
8) Di solito sostengono che un certo social media dovete assolutamente usarlo
9) Le ultime, per arrivare a dieci, sono sempre tirate per i capelli (come questa)
10) Ma soprattutto: le regole che dovete rispettare sono quelle che capite da voi, provando, sbagliando e applicando e misurando con i vostri clienti/utenti/amici
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