Twitter Advertising? Bello, ma rimandato a settembre 
giovedì, 20 giugno, 2013, 08:38 - Social networks


La scorsa settimana si è tenuto il webinar #TwitterAcademy. I responsabili italiani per l’advertising di Twitter hanno spiegato le potenzialità della piattaforma, illustrato il suo funzionamento e presentato gli immancabili casi di successo. Il punto saliente era la possibilità di creare un vero e proprio ecosistema intorno al brand, collegando tutto a Twitter.

Penso non ci sia bisogno di partire da cos’è Twitter, se state leggendo questo post dovreste saperlo, ma è interessante “dare i numeri” ufficiali del social network cinguettante. La crescita è sostanziosa: gli utenti attivi, sia da desktop che da mobile, sono diventati 200 milioni al mese (il doppio rispetto allo scorso anno), e twittano circa 400 milioni di contenuti al giorno (+60% sul 2012).

Purtroppo non ci sono dati ufficiali riguardanti l’Italia, ma verrebbe da considerare l’opzione di iniziare a fare pubblicità anche su Twitter, anche perché la piattaforma di analytics è notevole (e aperta a tutti gratuitamente, anche se ora possono utilizzarla solo tutti gli account residenti in USA e gli account extra-USA che hanno già svolto campagne).

Anche i formati delle inserzioni sembrerebbero avere molte potenzialità: si possono sponsorizzare gli account, i tweet e i trend topic, con formula di pagamento per ogni follower (per gli account), engagement (per i tweet) o per 24 ore (per i trend topic, con una cifra fissa).

In effetti però la cosa che mi ha sorpreso maggiormente in positivo è il livello impressionante di targeting possibile: sembrerebbe paragonabile a quello di Google Adwords. Ci sono 250 tra categorie e sottocategorie di interessi, oltre alle classiche limitazioni per dispositivo, parole chiave, area geografica o per account simili.

Veniamo ahimè ai punti dolenti, per i quali non mi sento di promuovere subito la piattaforma:

Probabilmente è solo questione di tempo, ma per ora l’unico modo di fare advertising su Twitter è passare per il team apposito, niente self service e pagamento con carta di credito.
Costi non proprio bassissimi: l’investimento di partenza è di 15mila euro dilazionati su tre mesi. Facendo due conti in unità standard (CPM ad esempio) sarebbero anche convenienti, ma l’investimento minimo cospicuo rappresenta una bella barriera all’entrata: dal punto di vista di un piccolo investitore (l’inserzionista medio di Facebook, tanto per prenderne uno tra i concorrenti) le cifre sono quasi proibitive.
Dal punto di vista delle agenzie, non si può ancora attivare un account da centro clienti, ma bisogna gestire gli annunci direttamente dal pannello di controllo dell’account di riferimento. Questo può creare problemi in caso di cambiamenti di gestione.
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Path: l’anti-social network per eccellenza 
martedì, 18 giugno, 2013, 10:02 - Social networks


È l’anti-social network che sta spopolando. Stiamo parlando di Path, portatore di un’idea suggestiva in netto contrasto con tutte le piattaforme social che conosciamo: l’intimità. È nato nel 2010, in California, come un programma di photo sharing, e si è evoluto rapidamente nella forma attuale conquistando 9 milioni di utenti nel giro di pochi anni.

In Italia ancora non è molto conosciuto, ma l’amministratore delegato di Path, Dave Morin, è convinto che sia il social perfetto per gli italiani. Cosa lo rende così speciale?

Cosa non è
Non è la piazza rumorosa di Twitter, piena di mode, tendenze, persone da seguire, idoli da imitare. È un luogo privato e intimo, da condividere solo con i veri amici. Infatti il limite massimo di amicizie è appena 150 contatti, che obbliga a discriminare chi veramente può essere considerato un vero amico. In questo senso non ricalca nemmeno il sistema di Facebook dove si accetta qualunque amicizia per cortesia e non per interesse.

Non è selettivo in termini di “cosa si può fare” perché permette la condivisione di immagini, in stile Instagram, dalla forma quadrata della foto ai vari filtri rapidi proposti; permette altresì la condivisione di luoghi, in stile Foursquare, e di musica o pensieri.

Cosa è
Path è un social che racchiude in sé tutte le funzionalità delle altre piattaforme sociali ma meno prepotentemente. Le parole chiavi sono la privacy e l’intimità. Un concetto un po’ curioso per un social network, ma un’idea fresca e nuova che sta piacendo.

Non ci si preoccupa più di dover accumulare iscritti, follower e amici senza nessun criterio, perché il limite imperante è di 150 contatti, e la privacy è del tutto personalizzabile, post per post, a seconda del contenuto.

La grafica è elegante, pulita e semplice rendendo davvero facili e intuitivi la navigazione e l’utilizzo. C’è solo un menù con cinque funzioni: condividere pensieri, foto, luoghi, musica e accendere/spegnere l’applicazione quando ci si sveglia o si va a dormire.

Ogni azione compiuta su Path si può condividere anche sugli altri social network, rendendo davvero funzionale l’uso di questa applicazione. Ad esempio un check-in su Path, si potrà condividere automaticamente anche su Foursquare.

E un brand come può trarne vantaggio?
Path rappresenta l’opportunità per un brand di creare delle micro comunità ad altissima specificità, ottimo per tutti quei marchi di lusso o per tutte quelle aziende che forniscono un servizio altamente esclusivo.

Una buona idea di social media marketing utilizzando Path consiste nel creare un contest per accedere, solo per un periodo limitato, ad un ambiente esclusivo – diventando amici del profilo Path del brand – con contenuti extra ed opportunità che normalmente il brand non condivide sugli altri social.
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Brasile: quando il calcio si gioca su Twitter e Facebook (e Instagram) 
sabato, 1 giugno, 2013, 11:38 - Social networks


In Brasile il calcio è profondamente diffuso, e molti calciatori “verdeoro” hanno incantato ed incantano le platee di tutto il mondo, fino ad essere divenuti delle vere e proprie icone.

Le qualità sul campo delle squadre brasiliane sono note a tutti, non a caso il Corinthians è, attualmente, campione del mondo per club, e poche persone al mondo non conoscono il nome di Pelé, Ronaldo o Kaka.

Ma come si comportano sui social media?

C’è una premessa da fare: il Brasile, oggi, è un terreno estremamente fertile per quanto riguarda il marketing digitale, e rappresenta la seconda popolazione su Twitter e Facebook a livello mondiale, un tema che abbiamo iniziato a trattare un po’ di tempo fa.

Basti pensare al main sponsor della nazionale brasiliana, ossia la banca Itaú, estremamente attiva su Facebook e Youtube.
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New Facebook Logo Appears. You Like? 
domenica, 21 aprile, 2013, 19:26 - Social networks
Not sure what to say about this kind of ‘news’.

Let’s just chalk it up to branding and a day where ‘news’ in the online space means little.

The ‘news’ is that Facebook has changed their logo a little. Here is the old (on the left) to the new (on the right).


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Mark Zuckerberg participa de novo comercial do Facebook Home 
lunedì, 15 aprile, 2013, 17:30 - Social networks


Olha só quem resolveu dar uma de ator e participar de um comercial do Facebook – Mark Zuckerberg em pessoa, divulgando o Facebook Home no dia do seu lançamento. O vídeo foi gravado na sede da empresa, em Menlo Park, Califórnia, e os funcionários que aparecem no filme fazem mesmo parte da equipe que desenvolveu o produto. ‘Launch Day’ segue o conceito de ‘Airplane’, aquele outro comercial que mostra todo o conteúdo visualizado no Home ganhando vida dentro de um aviao – lembra?


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