La publicidad nos influye desde niños  
giovedì, 17 maggio, 2012, 21:49 - Generale


A nadie se le escapa que desde que nacemos estamos expuestos a miles de impactos publicitarios. Crecemos con la televisión, y por ende, nos acostumbramos a ver anuncios en la tele, pero cuando salimos a la calle la cosa no cambia demasiado.

Vallas publicitarias, cuñas de radio e incluso publicidad en videojuegos o en el propio teléfono móvil, por no hablar de la publicidad en Internet.

Desde que nacemos hasta el día que morimos, somos objetivo de cientos de miles de campañas publicitarias (sólo falta que un día haya alguna empresa que se anime a patrocinar las esquelas), y al hilo de esto me llega por parte de Arancha, de Historias de cracks, esta original fotografía donde de algún modo se trata de reflejar que desde que nacemos somos objeto de la atención publicitaria de las marcas.
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La nascita dell'advertainment e i primi segni della sua scomparsa 
giovedì, 17 maggio, 2012, 00:33 - Generale


Era il 1999 e alle soglie del nuovo Millennio si intravedevano le tracce di un innovativo linguaggio pubblicitario: la fiction pubblicitaria seriale o advertainment.

Il primo caso a mio parere fu la campagna dell'allora SIP (con Massimo Lopez). Allora le agenzie non sembravano essersi accorte che da lì a poco si sarebbe inaugurato un vero e proprio filone comunicativo, assai longevo, visto che è presente ancora ai giorni nostri. Soprattutto nel mondo della telefonia, non più fissa come allora ma mobile, che vive per lo più all'interno di mini siparietti dal tono ludico e scherzoso.

Una formula che, di certo, dai primi anni del Duemila consente di dar spazio alle continue e numerose offerte telefoniche che si susseguono senza sosta. Ma anche in altri settori merceologici l'advertaiment ha dato buoni frutti. Si pensi ad esempio alla coppia Amadori, dove troviamo anche una delle nuove icone del mondo pubblicitario, Teresa Mannino.

Propongo, allora, un rapido tuffo nel passato (approfondimento al link http://www.patriziamusso.it/Comunicazioni%20Sociali%20_Advertainment.pdf): si tratta di un saggio pubblicato nel 1999 (all'interno della rivista scientifica "Comunicazioni Sociali" dell'Università Cattolica di Milano), dove veniva definito, inventandolo ex novo, il concetto di advertainment, per riguardare, magari anche con nuovi occhi, gli spot contemporanei.

Questo perché in questo periodo si ha la sensazione che si sia di fronte ai primi segni di stanchezza e mancanza di creatività nell'advertainment, complice anche la crisi del settore. Ma anche l'evoluzione del contesto socio-culturale, sembre più "viziato" da una comunicazione impattante, spettacolare, interattiva e dinamica offerta dai nuovi mezzi.

A questo proposito, se ancora non l'avete visto, provate a scatenare la vostra creatività on line con il nuovo spot Tippex, che porta avanti la storia del cacciatore e del suo amico orso: si trova qui: http://www.youtube.com/watch?v=eQtai7HMbuQ.

Tornando invece al mondo mass mediale, è possibile che dovremo prepararci a una nuova fase della pubblicità tv, come era successo alla fine degli anni '70 con la chiusura del mondo di Carosello. Senza più storie a puntate. Nel mondo della telefonia Vodafone sembra da questo punto di vista aver già dato il via a una nuova era, abbandonando il format stile "Casa Vianello" riproposto fino a poco tempo fa con la famiglia Totti. Senza storie che si rimandano da puntata in puntata, senza testimonial famosi. Solo persone comuni e frammenti di vita quotidiana in cui ciascuno possa riconoscersi.
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Internet rivoluzionerà anche il mondo dei libri? 
giovedì, 17 maggio, 2012, 00:08 - Generale


Parlo da amante dei libri e da persona che ha lavorato a lungo in una libreria. Ma non sono prevenuta verso l’ultima invenzione di Internet che rischia di soppiantare un mercato antichissimo come quello dei libri di carta. Inizialmente non ci avevo dato molto peso, perché credevo che fosse l’ennesima trovata che avrebbe sfondato solo sul mercato statunitense, molto all’avanguardia e allo stesso tempo culturalmente diverso dalla vecchia Europa.
Ma in questo caso mi sbagliavo perché, seppur lentamente, l’e-book sta prendendo piede anche in Italia. La mia reazione iniziale è stata abbastanza dura, un po’ come quando una signora anziana vede cambiare intorno a sé l’ambiente in cui ha sempre vissuto. Temevo di essere destinata a non poter più provare sensazioni belle come il sentire l’odore della carta dei libri, la possibilità di sottolinearne le pagine, di poterlo sfogliare mentre lo si sceglie in libreria, la bellezza di averlo in casa e poterlo rileggere tutte le volte che vuoi. Sì, ero decisamente una ‘vecchia signora” cui stavano togliendo una delle sue passioni più forti e belle, andare in libreria in qualsiasi città mi trovi.
Ma la curiosità di capire e studiare questo nuovo oggetto mi ha fatto aprire la mente e gli occhi e mettere da parte per un attimo la ferma convinzione che non avrei mai comprato un lettore di e-book. Oltre alla curiosità personale, la molla che ha fatto scattare in me la voglia di esplorare questo nuovo mondo, è stato l’incontro in metropolitana con un distinto signore di mezza eta che leggeva con estrema nonchalance il suo e-book. Aveva superato la ritrosia per il touchscreen, la mancanza di pagine reali e non virtuali da girare, era un perfetto e-reader. A livello di marketing, l’operazione era perfettamente riuscita perché il prodotto aveva conquistato un consumatore che, in fase di progettazione della campagna pubblicitaria, probabilmente non si sarebbe mai pensato di poter né colpire né soddisfare. Ma quel signore non solo leggeva, ma era anche molto soddisfatto.
Obiettivo centrato!
Non credo che abbandonerò mai del tutto il piacere di andare in una libreria e scegliere un libro ma, sarà per il fatto che la cervicale non mi lascia scampo e i libri pesano, non escludo, un giorno, di potermi sedere di fianco a quel signore in metropolitana e leggere, con altrettanta soddisfazione mia (e del mio collo), un e-book. Di cui, ovviamente, comprerò una copia cartacea da tenere in casa.

Alice Wetzl
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Se la società invecchia il brand diventa over 50 
mercoledì, 16 maggio, 2012, 00:18 - Generale


Non è una novità che la società italiana stia invecchiando. I dati statistici dimostrano che la fascia di età che cresce più rapidamente è quella degli over 50, fra dieci anni saranno il 44,6% della popolazione.

Anche il marketing e la pubblicità, seppur prima con un po’ di riluttanza e poi con sempre maggiore convinzione, hanno cominciato ad occuparsene. Si è assistito negli ultimi anni, ad un incremento delle campagne pubblicitarie dedicate agli over 50. Sono prima di tutto le marche più famose ad aver deciso di allargare i propri orizzonti utilizzando testimonial all’altezza delle aspettative. Famosi personaggi assolutamente in target… da Fiorello che ironizza sulla propria età a John Travolta, Jane Fonda, Sharon Stone, Andie Mac Dowell, Raffaella Carrà, Stefania Sandrelli, solo per citarne alcuni.

Case cosmetiche, compagnie telefoniche, aziende di tutte le tipologie stanno scegliendo come volti delle proprie campagne pubblicitarie donne e uomini che hanno da tempo superato i cinquant’anni, ma che non hanno perso la loro attrattiva sul pubblico. Come nel caso di una nuova campagna per biscotti che vede un Antonio Banderas (sex simbol per antonomasia) pasticcere per bambini .

I grandi brand non si sono solo adeguati alle nuove regole del mercato, ma ne hanno fatto un punto di forza per andare incontro alle esigenze di un nuovo target di utenti. Anche una grande società di telefonia, partendo dalla constatazione dell’esistenza di un divario nell’uso di internet tra i giovani, cosiddetti “nativi digitali” e gli over 50, ha ideato un corso online dedicato ai senior.

Un mutamento epocale nel marketing che spinge a non considerare solo ciò che è giovane, ma a guardare in prospettiva verso il futuro, verso questa fascia di età che sta crescendo notevolmente con gusti nuovi completamente differenti da quelli della generazione precedente. Sono tantissimi i senior che rivendicano uno spazio e una rilevanza all’interno della società, sono persone attive e informate che non hanno alcuna intenzione di essere messi in disparte ed etichettati come anziani. Una vera e propria forza che può rappresentare il core business per molti grandi brand.
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YKM Shopping Bag: Jump Rope 
lunedì, 14 maggio, 2012, 22:23 - Generale


Agency: TBWA, Istanbul
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