Moët & Chandon riapre le cantine del 1743 
giovedì, 12 novembre, 2015, 15:05 - Generale


Un pezzo di storia dello Champagne è stato recuperato dopo un lungo restauro conservativo. Il primo nucleo delle cantine Moët & Chandon a Epernay risale al 1743. Claude Moët, il fondatore, le acquistò in Faubourg de la Folie, ora conosciuta come Avenue de Champagne: da allora il sito è stato oggetto di scavi e acquisizioni di terreni confinanti, fino a raggiungere oggi i 28 chilometri di estensione. Le cantine ospitano, oltre alle bottiglie di metodo classico in lavorazione, alcuni importanti cimeli, come la Napoleon Cask che fu offerta da Napoleone Bonaparte a Jean-Remy Moët durante una delle sue visite e la targa commemorativa della terza visita dell’imperatore francese nel 1807. L’obiettivo del recupero non è soltanto legato al prestigio della maison controllata da Lvmh, ma anche in chiave enoturistica. Il turismo del vino è un settore su cui l’economia francese sta investendo con decisione, sostenuta dal governo che durante l’ultima edizione di Vinexpo a Bordeaux ha annunciato, tramite il ministro degli Esteri Laurent Fabius, la creazione di un fondo controllato dallo Stato per finanziare, tra le altre cose, l’enoturismo di alta gamma, puntando su regioni chiave quali Borgogna, Languedoc, valle del Rodano, Bordeaux e naturalmente la Champagne, recentemente entrata a far parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. “Il lungo e accurato restauro conservativo, durato oltre un anno, è stato eseguito perseguendo due obiettivi primari: la forte volontà di rispettare e superare gli standard ufficiali e la necessità di salvaguardare questi luoghi unici e leggendari”, riporta una nota di Moët & Chandon. Il Cour d’Honneur, gli storici saloni Impérial e Jean-Remy e la boutique sono stati impreziositi e rinnovati per offrire ai visitatori un’esperienza esclusiva, fedele allo spirito della maison.
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Vino e moda per sedurre i cinesi 
mercoledì, 4 novembre, 2015, 15:48 - Generale


Moda e vino provano a fare sistema per crescere in Cina. Il 14 ottobre, a Shanghai, in contemporanea con Milano Unica Cina e Chic, il consorzio Italia del Vino ha organizzato un evento di promozione all’insegna del “drink and dress” portando le 12 aziende vitivinicole associate che, messe assieme, fatturano 800 milioni di euro di cui 440 milioni dall’export. Alla serata di degustazione, che si è tenuta alla House of Roosevelt, hanno partecipato anche diverse aziende tessili e calzaturiere che esponevano alle due fiere. Drink and dress rientra nel progetto triennale Italia in Cina, programma di promozione del vino italiano (circa 1,3 milioni di euro di investimento) sostenuto dalle due maggiori associazioni private del settore, Italia del Vino e Istituto Grandi Marchi. I produttori italiani sono in ritardo rispetto ai competitor, a cominciare dai francesi. Le elaborazioni di WineMonitor/Nomisma sui primi otto mesi 2015 evidenziano una crescita del 26,4% in Cina per i vini fermi imbottigliati italiani, a fronte del +60,6% delle importazioni complessive di Pechino. Inoltre, l’accordo di libero scambio tra Australia e Cina, che prevede una riduzione progressiva dei dazi da quest’anno fino al 2019, potrebbe avvantaggiare un altro Paese produttore agguerrito.
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Gli Champs-Elysées si rifanno il look 
martedì, 3 novembre, 2015, 16:51 - Generale


Gli Champs-Elysées cambieranno aspetto. Entro il 2025, il Comune di Parigi intende lanciare un grande cantiere per rifare il look a uno dei simboli della Capitale francese, quasi due chilometri di boutique, ristoranti, cinema e locali tra l’Arco di Trionfo e Place de la Concorde. Il vasto progetto di rilancio del viale (attraversato ogni anno da circa 20 milioni di turisti) prevede, tra l’altro, l’apertura di nuovi negozi, la creazione di ampie zone pedonali, piste ciclabili e giardini, oltre al taglio del nastro di nuovi centri d’arte e teatri. “L’avenue non può essere solo una destinazione per turisti, deve tornare ad attrarre i parigini e gli abitanti della regione”, hanno spiegato i vertici della città a Le Parisien.
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Tasting 3.0, il vino è worldwide 
giovedì, 29 ottobre, 2015, 15:12 - Generale


Nove città, quattro continenti, gli stessi vini provati in contemporanea tra le diverse piazze. La prima degustazione globale verticale, First global digital vertical wine tasting, è andata in scena alle 15 di Milano, che corrispondevano alle 9 di New York e alle 21 di Hong Kong: identica la data, mercoledì 14 ottobre, e identiche le annate selezionate. I vini, così come l’idea alla base dell’evento, sono stati forniti da Paolo Panerai, editore e imprenditore del settore con due aziende in Toscana e due in Sicilia: sette annate de I Sodi di San Niccolò, etichetta di punta di Castellare di Castellina (Chianti classico) e sei di BaffoNero, prodotto dalla joint venture italo-francese Rocca di Frassinello (Maremma), avviata con la famiglia Rothschild-Lafite. La tecnologia è di British Telecom, che ha ospitato la degustazione in nove dei suoi Customer Innovation Showcase: erano collegate anche New Delhi, Shanghai, Johannesburg, Madrid, Londra e Monaco di Baviera. “Il vino è un prodotto globale e oggi la tecnologia ci permette di superare i limiti spaziali, osservando in simultanea le reazioni di chi lo degusta nei diversi Paesi”, ha detto Panerai dando il via al tasting e cedendo la parola al suo wine maker Alessandro Cellai. Al di là dei giudizi critici, peraltro allineati nei diversi continenti, appare evidente il significato delle tecnologie nell’ottica di risparmio dei costi e ottimizzazione dei tempi: “si può fare”, evitando complesse organizzazioni di trasferte e limitandosi a consegnare i prodotti. Dopo aver sviluppato una particolare expertise nel mercato verticale del lusso e del fashion, attraverso partnership con marchi come Zegna, Loro Piana e Valentino mirate all’affermazione nei nuovi mercati, BT Italia si concentra ora su un’altra eccellenza del made in Italy, ponendo le basi di quello che definisce il “vino 3.0”, strategia omnichannel per sfruttare le potenzialità del digitale e mirate alle realtà vitivinicole di fascia alta.
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Gucci rifà il look al proprio sito 
martedì, 20 ottobre, 2015, 16:01 - Generale


Gucci ridisegna Gucci.com. Il nuovo sito di e-commerce (ottimizzato per ogni piattaforma) cambia volto con un design completamente rinnovato e contenuti esclusivi. Lo scopo del portale, si legge in una nota, è “ispirare i visitatori a scoprire le storie che si nascondono dietro i prodotti”: in quest’ottica, la maggiore novità della piattaforma è la sezione The Agenda, sezione editoriale e ispirazionale che svela ogni dettaglio delle collezioni della maison. Sito pioniere dell’e-commerce sin dal 2002, il nuovo Gucci.com contribuisce ad avvicinare ulteriormente l’esperienza online a quella offline attraverso nuove funzioni quali la potenziata opzione di ricerca in-store, immagini espandibili e testi accattivanti. Il nuovo portale, che ad oggi conta 100 milioni di visitatori unici all’anno, è online da ieri negli Stati Uniti e in Canada. Verrà presentato nel 2016 in Europa, Australia e Asia.
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